La responsabilità è sempre del leader

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Il leader è come l’allenatore di un team sportivo: in caso di vittoria o di sconfitta, di successo o insuccesso, la responsabilità è sempre la sua. Sarebbe bello non fosse così, sarebbe più bello prendersi tutti gli onori, i premi, i successi e lasciare a qualcun altro le colpe e le responsabilità dei fallimenti.

Io lo so che ti sei ritrovata a fare i conti con i problemi, la mancanza di risultati, le lamentele dei tuoi collaboratori, le scuse dei tuoi dipendenti.

Per ovviare ad ogni conflitto, hai provato a dare spiegazioni e offrire feedback, fare discorsi sulla mentalità e sulla crescita. Spesso, però, non sei riuscita a riscontrare dei risultati né sul breve né sul lungo periodo.

So che ti trovi regolarmente a gestire la medesima situazione, ripetendo per l’ennesima volta il solito concetto, cercando di far capire il punto della questione dopo innumerevoli volte.

La domanda è: perché non funziona? Cosa non capiscono i membri del tuo team? Come glielo devi spiegare?

Innanzi tutto: non puoi pensare che i tuoi collaboratori, che sono andati bene fino a ieri, adesso abbiano deciso di non ascoltarti più di punto in bianco. Non puoi pensare che tutto d’un tratto si siano trasformati in ottusi o ritardati.

E allora, se il problema non parte da loro, sai quando hai una possibilità di risolvere la situazione? Quando la smetti di focalizzarti sull’esterno, sugli altri, ma inizi a guardare te stessa.

Esattamente! Smettila di guadare i tuoi collaboratori, smettila di fare considerazioni su di loro, sulla loro capacità di capirti, sui loro atteggiamenti e sul loro mancato risultato. Inizia a domandarti:

Cosa sto facendo per cambiare la situazione?

Sto solo ripetendo le stesse cose?

E le cose che ripeto, sono efficaci o non mi hanno portato da nessuna parte?

In che modo comunico?

Che indicazioni sto dando?

Di cosa possono aver bisogno?

Forse sto dando per scontato qualcosa?

Sono convinta di avere ragione e di essere nel giusto?

Personalmente, in questi anni di lavoro a stretto contatto con collaboratori di ogni genere, ho compreso che per farli crescere dovevo prendermi sempre la responsabilità del loro successo e del loro insuccesso. Se qualcosa non funzionava, mi chiedevo dove avevo sbagliato e mi domandavo come potevo riparare o come potevo intervenire in modo diverso.

I tuoi collaboratori possono fare tante stupidaggini, possono perdersi per strada per mille motivi e non avere risultati per mesi consecutivi. Ma tu non puoi non guardati dentro e non pensare di avere delle responsabilità in merito. Ricorda che quello che fai o che non fai e come lo fai avrà sempre un impatto sulla tua squadra, nel bene e nel male.

Pensaci bene: se loro fossero così autonomi e indipendenti tu non avresti motivo di esistere. Se ci sei, è perché conti qualcosa, e allora hai sempre una responsabilità.

Buon lavoro!
Daniela Bonetti

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